Nel mondo a venire – Ben Lerner

Il più famoso è il Brontosauro. Per anni lo abbiamo conosciuto come il più gigantesco tra i dinosauri, colosso erbivoro amato dai bambini, disegnato su libri e francobolli, eppure fin dal 1903 si sapeva che non era mai esistito, era frutto di una ricostruzione scheletrica sbagliata, al suo posto invece era esistito l’Apatosauro, quello sì, che era stato reale. Eppure noi il Brontosauro l’avevamo amato. Quante volte uno “spostamento semantico” cambia la realtà? Quante volte una cosa che aveva valore non ne ha più, perché abbiamo deciso così? Quante volte una storia vissuta o narrata cambia completamente senso, se il significato che le davamo muta radicalmente?
Sono le domande su cui Ben Lerner imbastisce i suoi racconti (tutti collegati, in un continuum temporale o concettuale) e non stupitevi se, la notte, continueranno a “lavorare” nella vostra mente, strani inneschi di ricordi e pensieri. Ci voleva, certo, un poeta per guardare la realtà da una prospettiva così raffinata ma, nello stesso tempo, Lerner è anche un narratore estremamente affilato. Che sia la realtà newyorchese radical chic, gli intellettuali con casa a Brooklin, il pensiero sociale della sinistra americana, i circoli editorial-letterari o i rapporti sociali, tutto viene passato a un setaccio, a uno stringente processo tra piani di realtà e piani di significato. Come sarà il dialogo con tua figlia, di cui tu sei solo il donatore di seme, quando ti chiederà della sua nascita? Quale spostamento semantico sarà necessario fare per dare senso alla sua vita? E cosa ne sarà dell’arte dichiarata inutile? Una scultura di Koons o una foto di Cartier Bresson troppo danneggiate, che hanno perso il loro valore commerciale, lo sono anche nel loro valore artistico? E via così, di salto in salto, dal cielo stellato di Marfa agli uragani annunciati su New York, dalla tragedia del Challenger ai Brontosauri. La storia non è tutta qui.

Perché leggerlo: Come nelle migliori opere, questa domanda te la fai spesso, leggendo i racconti di Lerner. Poi, in un’irritazione crescente, inspiegabile, arriva una serie di pagine-capolavoro. E allora ti spieghi perché. E cominci a domandarti quante volte anche la tua personale narrazione degli eventi ha cambiato di significato. Realtà o proiezione? Vero o non più vero? La risposta, l’autore la offre in due soli, bellissimi versi: “Lo scopo è stare su entrambi i lati della poesia / facendo avanti e indietro tra il tu e l’io”.

(B.Ve.)

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