7 - Tristan Garcia

C’è una droga che resetta la memoria del cervello, reinstallando quella dei 15, dei 20, dei 25 anni, per fare un tuffo nell’innocenza e nella spensieratezza che la vita progressivamente ti toglie. C’è una donna dalla bellezza sovrumana che scopre di avere un alter ego mostruoso: lei esiste solo perché esiste anche lui, ad ogni estremo il suo contrario. C’è un mondo talmente diviso in fazioni che ognuno con il suo credo ha finito per auto-recludersi sotto una cupola, senza più contatti con l’esterno. 

Sette racconti, uniti da una finissima imbastitura, fatta di piccoli indizi seminati (quasi) casualmente, che si ricompongono nell’ultimo: benvenuti nell’iperrealismo di Tristan Garcia, autore raffinato e filosofico, con lo sguardo sempre puntato sul senso profondo della vita. 

Come in un meccanismo perfetto, il racconto finale (il più lungo, occupa quasi la metà del libro) rivela l’assonanza dei precedenti e nello stesso tempo ci lascia digiuni da una risposta definitiva. In (sette) vite possibili, tutte differenti per scelte e dinamismi, capiremmo davvero a cosa siamo chiamati? E davvero “sapere” qualcosa di più sull’esistenza potrebbe fare la differenza o saremmo comunque condannati a ripetere (e ripetere… e ripetere) un’insondabile, prosaica parabola dove il cambiamento è solo un’illusione? 

Le risposte restano tutte sul tavolo, con poche bussole a cui appigliarsi, una delle quali è forse l’amore: unica dimensione che pare immune dalla casualità della vita, come un immenso fiume sotterraneo che ti porta sempre là, nella stessa direzione, proprio di fronte a chi, presto o tardi, sei destinato.

Perché leggerlo: Come in un Black Mirror letterario, la galleria di storie proposta da Tristan Garcia porta la narrazione su un altro livello, quello della speculazione filosofica, senza sconti per i palati deboli, sempre provocando l’immaginazione e le paure più profonde. Lasciando quasi esausti, ma mai indifferenti, alla magia del racconto.